Sognò di essere Dio e di stare giocando a racchettoni sulla spiaggia con Pino, il suo migliore amico.
Pensò a come si doveva sentire Pino, che era il migliore amico di Dio e stava pure vincendo la partita in quel momento.
Represse il Suo desiderio di influenzare l'esito e farlo perdere, in fondo una sconfitta a racchettoni con tutta la spiaggia che ti guarda non è mai piaciuta a nessuno.
Figuriamoci a Dio.
Sognò poi di essere sdraiato su un telo da spiaggia, sulla sabbia rovente che gli scaldava i talloni appoggiati e meditare mentre si abbronzava e teneva gli occhi chiusi.
Le gocce gli scivolavano dal corpo appena emerso dall'acqua e una leggera brezza lo rinfrescava venendo dal mare.
Nel sogno pensò che da molto tempo non si era occupato delle sorti degli umani, dei loro crucci e delle loro tribolazioni.
E mentalmente, attraverso un collegamento superveloce a lui riservato, consultò le maggiori insoddisfazioni dell'umanità.
La fame, le guerre, le malattie, la povertà.... tutte cose importanti, ma forse anche un po' noiose da risolvere.
Al sesto posto, proprio dopo gli incidenti invalidanti, vide una voce che attirò la Sua attenzione: SIDRA.
Non aveva mai visto quella sigla e mentalmente allargò la scritta con le dita sul suo touchscreen virtuale, per richiedere più informazioni.
SIDRA o Sindrome Invalidante Da Rifiuto Affettivo.
Con questo termine ci si riferisce allo sfociare di tutti quei comportamenti nevrotico compulsivi collegati al rifiuto affettivo in una sindrome depressiva che determina il progressivo rincoglionimento della persona in oggetto.
In sintesi chi viene lasciato dal proprio partner, non solo ma specialmente in concomitanza delle vacanze estive, finisce per diventare un vegetale perennemente collegato ai social network e a qualsiasi forma di messaging nel tentativo compulsivo di spiare le mosse della persona che lo ha mollato/a.
Dio pensò che le spiegazioni del suo terminale lasciavano un po' a desiderare, anzi forse facevano proprio schifo.
Ma il significato era chiaro e Lui l'aveva subito colto nella sua onnipotente capacità di comprensione.
Era di sicuro un bel problema e Lui stesso aveva visto Pino in quello stato svariate volte, mollato dall'ennesimo fidanzato (Pino era gay).
Decise di volerne sapere di più e allargò ulteriormente l'immagine.
Analizzò il comportamento di alcuni soggetti e cercò di profilarli.
E più analizzava e più si incuriosiva, tanto da volere analizzare tutti i casi di SIDRA mai avvenuti sulla terra dall'inizio del mondo.
Era una quantità di dati enorme, e nonostante la Sua mente fosse veramente brillante nell'analisi dei dati, ci mise un po'.
Quando finì era buio, c'era la luna in cielo e Pino se ne era andato.
Pino faceva sempre così quando Lo vedeva in quello stato:
Sapeva che non valeva la pena cercare di distrarlo.
Prendeva e se ne andava a casa dal suo compagno che lo aspettava con la cena pronta.
In fin dei conti chi avrebbe disturbato Dio mentre cercava di risolvere il sesto problema dell'umanità?
Per farla breve Dio ci pensò ancora un attimo e poi formulò una teoria.
Il SIDRA, sesto problema dell'umanità poteva essere risolto.
Bastava organizzare dei corsi, obbligatori fin dalle scuole elementari dove venisse insegnato ad ogni singolo bambino che:
Decalogo del grande seduttore o della grande seduttrice:
1) Nel dubbio ad un messaggio che non contiene un punto interrogativo non si risponde nulla.
1 bis) Nel caso in cui un messaggio contenga un punto interrogativo non si risponde nulla se la domanda non ha senso o è banale.
2) Pensare che le persone cambino non è realistico.
3) La razza umana è geneticamente molto più vicina ad un pesce rosso che ad un Vero Ometto, dove per Vero Ometto si intenda una persona di sesso maschile o femminile che sia in grado di dominare le proprie pulsioni e comportarsi in maniera corretta nonostante queste.
4) Molto spesso, facendo esattamente il contrario di quello che stiamo facendo si ottiene esattamente il contrario di quello che stiamo ottenendo. Quindi perché non provarci?
5) Esistono tantissime persone migliori di quella su cui ci siamo fissati. Basta trovarle. Ma le possibilità di trovarle stando a casa a guardare la parete di fronte al divano sono molto basse.
6) Sono le nostre assenze a renderci importanti, non le nostre presenze.
6 bis) Ogni tanto però una capatina si deve pur fare.
7) Sorridi e fai sorridere.
8) Non rinunciare mai ad essere quello che eri quando sei stato scelto per diventare quello che la persona con cui stai vuole che tu sia. Se lo farai la persona che ti ha chiesto di cambiare cercherà qualcun altro che assomigli a quello che tu eri prima che ti chiedesse di cambiare e si metterà con lui/lei
9) Desidera la donna d'altri
10) Fottitene
Finì il decalogo e poi uscì dal trance.
Si rese conto che era calata la sera e Pino era andato via.
Raccattò l'asciugamano e i racchettoni, mise tutto nella borsa e si incamminò verso casa.
Poi si svegliò.
lunedì 14 gennaio 2013
mercoledì 8 agosto 2012
Pensiero stupendo
Guardò le luci sulla costa interrompersi per un breve tratto lungo il confine per poi proseguire fino a dove l'acqua inghiottiva tutto.
Il mare era piatto come una tavola e il sussurro dell'onda lo cullava teneramente.
Pensò alla contemporaneità delle azioni di sette miliardi di persone che nello stesso momento, in qualsiasi parte della terra stavano facendo ognuna qualcosa di diverso.
Erano le tre e cinquantotto di mattina, ma dopo un sonno leggero si era svegliato ed aveva cominciato a pensare a cose strane.
Pensò a tutti quelli che si stavano "divertendo" in tutti i locali della costa in quella calda notte di agosto.
Agli sguardi, alle risate, all'alcool, agli affanni, ai sorrisi e alle frasi sospese nel nulla.
Pensò al "quotidiano gioco balordo degli incontri" e si sentì come un estraneo.
Pensò che stare sul divano, seppur solo, a guardare e a sentire il mare fosse incommensurabilmente più bello.
Il cervello gli stava correndo via e fu a quel punto che all'improvviso si schiantò su un pensiero che non aveva mai avuto prima:
Dio c'è, ma se ne frega.
Egli esiste, ma non ha nessuna intenzione di perdere il suo tempo dietro alle nostre infime preoccupazioni.
Sette miliardi di esseri umani che ogni giorno vorrebbero la Sua attenzione sono veramente troppi.
All'inizio forse ci aveva provato, ma già al tempo degli Ittiti, quando il numero aveva cominciato a diventare imbarazzantemente ingestibile, aveva desistito.
Si era arreso.
E incredibilmente le cose avevano continuato ad andare più o meno nello stesso modo di prima.
E' vero, di tanto in tanto una catastrofe naturale o una guerra causava qualche problema, ma niente di veramente serio, almeno non in termini assoluti.
E Lui all'inizio ci era rimasto quasi male, in cuor suo sperava che il suo impegno o più precisamente la mancanza di esso sarebbe stato più evidente.
Poi però se ne era fatto una ragione, ci aveva guadagnato enormemente in salute, aveva smesso di stressarsi per il lavoro arretrato e aveva finalmente cominciato a godersi la vita.
Perchè aveva capito che la stragrande maggioranza dei problemi si risolvono da soli, senza che ci sia bisogno di nessun intervento esterno.
Bastava avere pazienza.
Bastava restare sdraiati sul divano.
A sentire il rumore del mare.
E su quel pensiero, lentamente si riaddormentò.
Il mare era piatto come una tavola e il sussurro dell'onda lo cullava teneramente.
Pensò alla contemporaneità delle azioni di sette miliardi di persone che nello stesso momento, in qualsiasi parte della terra stavano facendo ognuna qualcosa di diverso.
Erano le tre e cinquantotto di mattina, ma dopo un sonno leggero si era svegliato ed aveva cominciato a pensare a cose strane.
Pensò a tutti quelli che si stavano "divertendo" in tutti i locali della costa in quella calda notte di agosto.
Agli sguardi, alle risate, all'alcool, agli affanni, ai sorrisi e alle frasi sospese nel nulla.
Pensò al "quotidiano gioco balordo degli incontri" e si sentì come un estraneo.
Pensò che stare sul divano, seppur solo, a guardare e a sentire il mare fosse incommensurabilmente più bello.
Il cervello gli stava correndo via e fu a quel punto che all'improvviso si schiantò su un pensiero che non aveva mai avuto prima:
Dio c'è, ma se ne frega.
Egli esiste, ma non ha nessuna intenzione di perdere il suo tempo dietro alle nostre infime preoccupazioni.
Sette miliardi di esseri umani che ogni giorno vorrebbero la Sua attenzione sono veramente troppi.
All'inizio forse ci aveva provato, ma già al tempo degli Ittiti, quando il numero aveva cominciato a diventare imbarazzantemente ingestibile, aveva desistito.
Si era arreso.
E incredibilmente le cose avevano continuato ad andare più o meno nello stesso modo di prima.
E' vero, di tanto in tanto una catastrofe naturale o una guerra causava qualche problema, ma niente di veramente serio, almeno non in termini assoluti.
E Lui all'inizio ci era rimasto quasi male, in cuor suo sperava che il suo impegno o più precisamente la mancanza di esso sarebbe stato più evidente.
Poi però se ne era fatto una ragione, ci aveva guadagnato enormemente in salute, aveva smesso di stressarsi per il lavoro arretrato e aveva finalmente cominciato a godersi la vita.
Perchè aveva capito che la stragrande maggioranza dei problemi si risolvono da soli, senza che ci sia bisogno di nessun intervento esterno.
Bastava avere pazienza.
Bastava restare sdraiati sul divano.
A sentire il rumore del mare.
E su quel pensiero, lentamente si riaddormentò.
domenica 24 giugno 2012
Considerazione
Ci ho riflettuto.
E' facile parlare di storie a lieto fine, ma se nella realtà uno non si impegna, se continua a fare casini, alla fine credo che non resti molto altro da fare che urlargli vaffanculo.
O un'altra espressione equivalente.
E' facile parlare di storie a lieto fine, ma se nella realtà uno non si impegna, se continua a fare casini, alla fine credo che non resti molto altro da fare che urlargli vaffanculo.
O un'altra espressione equivalente.
giovedì 14 giugno 2012
Spacciati
Durante l'ultimo weekend la Comunità Europea ha erogato un prestito di cento miliardi di euro nei confronti della Spagna, nazione ormai impossibilitata a ottenere denaro dai mercati finanziari.
Il denaro verrà utilizzato per stabilizzare il sistema bancario spagnolo, ormai sull'orlo del collasso a causa delle pesanti perdite dovute al crollo del mercato immobiliare.
Questo è il quarto salvataggio che la EU mette in atto negli ultimi 3 anni, dopo quello della Grecia, dell'Irlanda e del Portogallo.
Il tasso di interesse al quale questo prestito è sottoposto è pari al tre percento all'anno.
Il venti percento della cifra prestata, pari a venti miliardi di euro verrà fornita dall'Italia.
Il costo del debito italiano, cioè il costo che noi tutti dobbiamo pagare per farci prestare soldi è in questo momento oltre il sei percento all'anno.
Ci facciamo prestare soldi al sei percento e li prestiamo alla Spagna al tre percento.
Perdiamo il tre percento.
All'anno.
Seicento milioni di euro andati in fumo.
All'anno.
E meno male che abbiamo un governo di preparatissimi tecnici.
Thank you Mr. Monti!
Il denaro verrà utilizzato per stabilizzare il sistema bancario spagnolo, ormai sull'orlo del collasso a causa delle pesanti perdite dovute al crollo del mercato immobiliare.
Questo è il quarto salvataggio che la EU mette in atto negli ultimi 3 anni, dopo quello della Grecia, dell'Irlanda e del Portogallo.
Il tasso di interesse al quale questo prestito è sottoposto è pari al tre percento all'anno.
Il venti percento della cifra prestata, pari a venti miliardi di euro verrà fornita dall'Italia.
Il costo del debito italiano, cioè il costo che noi tutti dobbiamo pagare per farci prestare soldi è in questo momento oltre il sei percento all'anno.
Ci facciamo prestare soldi al sei percento e li prestiamo alla Spagna al tre percento.
Perdiamo il tre percento.
All'anno.
Seicento milioni di euro andati in fumo.
All'anno.
E meno male che abbiamo un governo di preparatissimi tecnici.
Thank you Mr. Monti!
giovedì 17 maggio 2012
Persa in partenza
Lo Statuto Nazionale dei Lavoratori vieta, in caso di crisi aziendale, di licenziare un dipendente che si dimostri meno capace di svolgere le proprie funzioni professionali rispetto ai propri colleghi.
La procedura da seguire in questi casi deve tenere esclusivamente conto del tempo passato all'interno dell'azienda da parte dei lavoratori.
Chi prima è stato assunto ha diritto di restare, anche se è un lavativo imbecille.
Chi deve andarsene è invece l'ultimo arrivato, anche se lavora bene e dimostra passione ed attaccamento al proprio lavoro.
Lo Statuto Nazionale dei Lavoratori vieta inoltre la promozione di un lavoratore che si dimostra solerte e efficiente, a discapito di un suo collega svogliato e inefficiente che dovrebbe quindi essere retrocesso al posto del neopromosso.
Il ribaltamento dei ruoli è considerato demansionamento, anche se non corrisponde ad una diminuzione salariale del retrocesso.
Il demansionamento è espressamente vietato dalla Legge.
L'allenatore sottopose come da regolamento la propria formazione al sindacato dei poveri calciatori.
Era venerdì pomeriggio e il contratto nazionale dei poveri calciatori prevedeva che la rosa dei giocatori venisse concordata dalle parti sociali.
Da un lato la proprietà della squadra, nella persona dell'allenatore, e dall'altra il rappresentante sindacale dei poveri calciatori, che di solito era il capitano della squadra.
Uno sciopero generale protrattosi per alcuni mesi nell'autunno 2017/ inverno 2018 aveva cambiato per sempre le regole del calcio.
Alla fine anche la FIFA aveva dovuto accettare che i poveri giocatori potessero avere voce in capitolo su chi avrebbe giocato e chi no, evitando così discriminazioni.
La rosa proposta era la seguente: in porta Freccero, difesa Alvaro, Carinho, Bianchi e Puterio, centrocampo Catanzariti, Forlacchi, Costabile e il giovane talento Majnella , punte Balotelli e Ouanda-Goni.
Il capitano della squadra, l'ormai anziano Mario Balotelli studiò attentamente la rosa e poi scosse la testa.
- Mister, non va bene così. E' la quarta partita che non fa giocare Francesco, ma perchè? Ce l'ha con lui?
- No Mario, senti... Francesco viene da un periodo brutto, la sua tipa lo ha lasciato e lui è sempre depresso. Non riesce a dormire e sul campo non rende. Al massimo possiamo parlare di fargli giocare l'ultima mezz'ora....
- Mister, non vorrei doverle ripetere per l'ennesima volta che il nostro contratto nazionale prevede che ci sia un minimo di minuti giocati per stagione da ogni giocatore e che qualsiasi atteggiamento da parte della dirigenza che ostacoli questa disposizione può risultare in pesanti sanzioni applicate alla squadra e a favore del giocatore discriminato. Quindi la pregherei di fare entrare Francesco Capitone dal primo minuto. In qualche modo glielo dobbiamo...vedrà, gli farà bene al morale. Bianchi poi sarà anche in ottima forma, ma ha già superato la media avulsa dei minuti giocati quest'anno e non penso si arrabbierà più di tanto se gli facciamo saltare la finale.
Il mister sapeva benissimo che Balotelli e Bianchi avevano di recente avuto uno screzio a causa della nuova vincitrice del GF19, la mitica Carmen Belotti detta tette di marmo, che entrambi si contendevano a colpi di vacanze alle Maldive e cene romantiche a Parigi con volo su jet privato.
Ma fece finta di nulla e cancellò Bianchi dalla lista dei nominati, sostituendolo con Capitone.
- E poi Mister, un'altra cosa... perchè non diamo una possibilità a Matri?
- No Mario, Matri proprio non lo possiamo far giocare stasera, è acciaccato e sono due anni che non corre. E' la finale e abbiamo bisogno di gambe giovani come quelle di Hazim Ouanda-Goni. Senza di lui non andiamo da nessuna parte.
Balotelli neanche lo stava a sentire, considerava una vera noia dover ogni volta discutere la formazione con il Mister, più che altro non capiva perchè il Mister ogni volta si incaponisse a cercare di convincerlo della bontà delle sue scelte. Non era mai successo che il volere della dirigenza prevalesse sulle logiche stringenti del contratto nazionale dei poveri calciatori.
- Facciamo così Mister, Hazim lo facciamo entrare negli ultimi quindici minuti e se è così in forma come dice riuscirà sicuramente a segnare .
Il Mister abbassò il capo stanco e disse solo: Va bene, facciamo come vuoi tu Mario, che Dio ce la mandi buona.
La finale di Champions League 2022 si concluse 3 a 2 a favore del Partizan Belgrado.
Nel primo tempo goals di Ufi, Tornel e Van Koal per il Partizan.
Nel secondo tempo doppietta del giovane talento Ouanda-Goni, entrato al 68' in sostituzione dell'incolore Matri.
Le squadre serbe sono le uniche a non avere accettato fino ad oggi le nuove disposizioni Fifa sui diritti dei calciatori.
Le formazioni vengono infatti scelte esclusivamente dall'allenatore, senza che i giocatori possano in nessun modo interferire con le decisioni del Mister.
Fermo immagine
La guardò mentre di fronte a lui giocava con il cibo nel piatto.
Non aveva mangiato quasi nulla, era nervosa e fumava una sigaretta dopo l'altra.
Lesse nei suoi occhi le amarezze, i momenti tristi, le mille lacrime strappate via dalla rabbia.
Vide la bellezza oscurata, minata dalle incertezze.
Il fango schizzato da una pozzanghera che si deposita sui fiori di un'aiuola, violandone la purezza.
Ebbe paura e ringraziò Dio di esserci già passato e di aver saputo venirne fuori.
Si sentì immensamente fortunato.
E felice di sentire sempre al suo fianco una persona che lo guardava.
Sorridendogli.
Non aveva mangiato quasi nulla, era nervosa e fumava una sigaretta dopo l'altra.
Lesse nei suoi occhi le amarezze, i momenti tristi, le mille lacrime strappate via dalla rabbia.
Vide la bellezza oscurata, minata dalle incertezze.
Il fango schizzato da una pozzanghera che si deposita sui fiori di un'aiuola, violandone la purezza.
Ebbe paura e ringraziò Dio di esserci già passato e di aver saputo venirne fuori.
Si sentì immensamente fortunato.
E felice di sentire sempre al suo fianco una persona che lo guardava.
Sorridendogli.
sabato 12 maggio 2012
Sliding doors
Avanzava sotto i portici nel freddo pomeriggio autunnale.
Spingeva la carrozzina con dentro le due gemelle e aveva il sorriso radioso di un sedicenne a cui hanno appena regalato il centoventicinque.
Era la loro prima uscita da quando lei aveva partorito e lei al suo fianco lo teneva a bracetto.
Era ingrassata per la gravidanza e il suo viso non aveva ancora perso la rotondità tipica del post parto.
Non si poteva dire che non fosse bella, era semplicemente cambiata.
Qualcosa nel suo sguardo si era spento.
Era sicuramente appagata, ma guardava le cose accadere come se non le appartenessero più, come attraverso lo spesso vetro di un acquario.
Il collo di visone le teneva caldo e guardava le sue due figlie dormire placidamente.
Alla coppia era praticamente impossibile procedere per più di dieci metri senza che qualcuno li fermasse per complimentarsi della nascita: "Ciò Profesor, ma che bee 'ste putee, comme le ghe assomiglien, tute el padre..".
Lui gongolava, si sentiva in paradiso e non gli sembrava vero.
Solo un anno fa non avrebbe mai potuto pensare che la sua vita avrebbe potuto cambiare in maniera così radicale.
Era come essere ritornato indietro nel tempo, come avere di nuovo vent'anni.
Guardò la sua amata e si sentì esplodere di gioia, un sorriso ebete si dipinse sul suo volto mentre si accingeva a salutare il prossimo astante.
.....
Girò il cucchiaino nella tazzina e bevve il caffè.
La scena che aveva immaginato, comodamente seduta in un bar della piazza principale mentre il primo sole estivo le scaldava le membra stanche, la fece rabbrividire.
Era giovane e voleva bere la sua vita, incontrare forestieri in posti esotici e farsi rincorrere la sera su per le scale e dietro i muri delle chiese.
Voleva toccare il loro desiderio.
Voleva sentire il profumo dell'estate e il rumore delle onde.
Andare in america e poi un po' più in la'.
In due parole: Sentirsi libera.
Socchiuse gli occhi bellissimi e prese dalla tasca il telefonino.
Selezionò il suo numero e disse ciao.
Spingeva la carrozzina con dentro le due gemelle e aveva il sorriso radioso di un sedicenne a cui hanno appena regalato il centoventicinque.
Era la loro prima uscita da quando lei aveva partorito e lei al suo fianco lo teneva a bracetto.
Era ingrassata per la gravidanza e il suo viso non aveva ancora perso la rotondità tipica del post parto.
Non si poteva dire che non fosse bella, era semplicemente cambiata.
Qualcosa nel suo sguardo si era spento.
Era sicuramente appagata, ma guardava le cose accadere come se non le appartenessero più, come attraverso lo spesso vetro di un acquario.
Il collo di visone le teneva caldo e guardava le sue due figlie dormire placidamente.
Alla coppia era praticamente impossibile procedere per più di dieci metri senza che qualcuno li fermasse per complimentarsi della nascita: "Ciò Profesor, ma che bee 'ste putee, comme le ghe assomiglien, tute el padre..".
Lui gongolava, si sentiva in paradiso e non gli sembrava vero.
Solo un anno fa non avrebbe mai potuto pensare che la sua vita avrebbe potuto cambiare in maniera così radicale.
Era come essere ritornato indietro nel tempo, come avere di nuovo vent'anni.
Guardò la sua amata e si sentì esplodere di gioia, un sorriso ebete si dipinse sul suo volto mentre si accingeva a salutare il prossimo astante.
.....
Girò il cucchiaino nella tazzina e bevve il caffè.
La scena che aveva immaginato, comodamente seduta in un bar della piazza principale mentre il primo sole estivo le scaldava le membra stanche, la fece rabbrividire.
Era giovane e voleva bere la sua vita, incontrare forestieri in posti esotici e farsi rincorrere la sera su per le scale e dietro i muri delle chiese.
Voleva toccare il loro desiderio.
Voleva sentire il profumo dell'estate e il rumore delle onde.
Andare in america e poi un po' più in la'.
In due parole: Sentirsi libera.
Socchiuse gli occhi bellissimi e prese dalla tasca il telefonino.
Selezionò il suo numero e disse ciao.
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