giovedì 4 dicembre 2008

Equilibrio improbabile

All’inizio partì così, quasi per caso.
Non che non si fosse capito che una qualche sorta di interesse in ogni caso ci fosse.
Tutto però si limitava ad un giro in moto ogni tanto o a qualche sms distratto.
Ad un certo punto qualcosa in lei scattò e varcò la soglia dell’attrazione.
Scoprì che quello che aveva sempre considerato come un amico forse non era poi soltanto da reputarsi tale.
A lui lei non dispiaceva e poi si sa, noi uomini nel momento in cui una ragazza carina ce la tira dietro con una fionda raramente sappiamo dir di no.
Lei si presentò una sera a casa di lui, caricò la fionda e gliela tirò dietro.
La cosa avvenne in maniera molto naturale, senza forzature.
Fu anche molto passionale e quindi si capì subito che non sarebbe stato un “one night stand”.
Lui però, aldilà del fatto che con lei ci stava bene, non è che fosse più di tanto “sotto” per lei.
Lei invece un po’ di più.
Lei fece un viaggio in centroamerica ed in quelle due settimane capì che lui era importante.
Le donne son così, i viaggi non le lasciano mai indifferenti.
O tornano con la testa piena di grilli o si incozziscono a livelli preoccupanti.
A lui però fece un effetto strano.
Continuava a starci bene ma non voleva legami, aveva un paio di cose ancora da risolvere e prendeva tempo.
La cosa si prolungò in questa maniera sbilanciata per alcuni mesi e quando venne l’estate, una sera di quelle in cui comincia a fare caldo, lui capì che stava cominciando ad “andare sotto”.
Non sapeva perché, ma con lei si trovava bene e molto spesso pensava a momenti vissuti insieme, a situazioni buffe in cui si era riso a crepapelle, a quell’attimo di pace assoluta che provava dopo aver fatto l’amore con lei.
Lei un pomeriggio glielo lesse nello sguardo e la cosa la spaventò.
Sotto un treno non c’è spazio per due, o ci sta uno o ci sta l’altro.
E’ sempre così.
E anni di deriva genetica presero il sopravvento.
Lei amava la sua forza ed il suo distacco distratto e di quella nuova girlie-version non sapeva proprio che farsene.
L’equilibrio durò un secondo e poi si perse, a lei scese la catena e comincio a trattarlo con freddezza.
Lui la prese male ed andò ancora più sotto, ormai non c’era traversina tra i binari che lui si perdesse.
Una sera lei lo lasciò, in maniera quasi distratta, come se non le fosse mai importato nulla.
Lui entrò nel tunnel, quel tunnel che tutti conosciamo e che rappresenta l’anticamera della schizofrenia pura.
Quel tunnel dove sai che stai facendo la mossa sbagliata, ma la fai lo stesso perché è più forte di te.
E sei talmente fuori da teorizzare che sia giusto pur essendo sbagliato, dove affermi il significato catartico e liberatorio insito nell’ossimoro, senza esserne veramente convinto anche tu.
Poi improvvisamente lui si riprese e smise di essere un altro.
Iniziò la lunga traversata del deserto.
All’inizio ogni giorno era così pesante, ogni momento guardava il blackberry per vedere se era arrivata una sua mail od un suo sms.
Ma ogni giorno diventava sempre più facile, lui stava reagendo bene.
Usciva tutte le sere ed affogava il suo disgusto portando in giro la sua vita.
Passò un mese e poi due.
Lui continuava a pensarci, certo, ma la cosa non era più così delirante.
Poi, dopo che fu passato ancora un po’, arrivò l’sms.
E li, ancora una volta, tutto cambiò.
A lui non fece nessun effetto, lo trovò banale e pure un po’ vigliacco.
E bevve a grandi sorsi questa nuova sensazione, si dissetò della propria ritrovata sicurezza e non le rispose.
Lei per un po’ attese.
In fin dei conti tornare sui suoi passi non le piaceva e di sicuro non si sarebbe mai spinta a chiedere scusa per quello che aveva fatto.
Poi l’attesa divenne insopportabile, cominciò a pensare che fosse il caso di ritornare alla carica.
Pensò per lungo tempo al tipo di messaggio da scrivere, se andare sul neutro o sbilanciarsi un po’ di più.
Scrisse venti sms diversi e li cancellò tutti senza inviarli.
Alcuni non erano male, ma come sempre capita inviò il più banale e questo le dette la botta finale.
Lui lo lesse e dopo aver fatto una smorfia rischiacciò due volte C e la cancellò.
A questo punto la situazione si ricapovolse.
Lei comincio a chiamarlo, lui vedeva il suo numero sul display e non rispondeva.
Lei torno’ sotto e lui tornò quello d’un tempo.
Le sembrava di non aver mai smesso di amarlo, la sensazione tiepida dell’estate era come se non le fosse mai appartenuta.
Poi un giorno finalmente lui le rispose.
Dal “Pronto” di lui lei capì di essere spacciata.
Si rividero e lei riuscì a colmare il risentimento di lui.
Usò la carta che usano sempre le donne: fece leva sul sesso.
E lui cominciò gradualmente a concederle una parte sempre maggiore del suo tempo libero.
Ed ora la pubblicità....

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